La cinta fortificata del Monte Caruso (circa 580 metri s.l.m.) è ancora meno conservata di quella della Cima 518. A dimostrazione di ciò è il fatto che essa era completamente sconosciuta agli studiosi e finanche alla popolazione locale.
La sua scoperta è stata possibile grazie all’esame aerofotogrammetrico che ha interessato la zona, le cui foto hanno consentito di riscrivere la storia anche del Monte Santa Croce e di attribuire a questo insediamento il giusto ruolo che deve aver avuto nel periodo in esame.
Sul posto il Caiazza ha rinvenuto numerosi frammenti di ceramica a vernice nera e della più grezza e tipica terracotta, anche d’impasto, caratteristica dei popoli sanniti.
La cinta ha la tipica forma di ellisse schiacciata e, evidentissima nella foto aerea, è pressoché invisibile al binocolo in quanto non vi è quasi più traccia del muro esterno. Oggi ne rimane solo il camminamento o terrazzo ellittico ricavato nella roccia e la pessima conservazione può essere spiegata con le stesse ipotesi fatte per Cima 518.
L’accesso più agevole a questo sito è quello che da Villa Santa Croce porta a Piana di Monte Verna, verso cui sono orientati i resti di strada. E proprio nella pianura dove si trova l’attuale Piana di Monte Verna dovette svolgersi la vita delle popolazioni che abitavano su queste montagne e che custodivano i valichi per la via trebulana posti ad est del Monte Friento.