L’insediamento del Monte Santa Croce, secondo le osservazioni di Domenico Caiazza1, ricopre una importante funzione nell’organizzazione difensiva dei Sanniti predisposta nel nostro territorio. L’essere, infatti, visivamente collegato con gli insediamenti di Caiazzo, Monte Alifano, Castel Morrone, Monte Castellone-La Colla, assicurava un perfetto controllo delle vie che accedevano ai loro territori attraverso la piana del Volturno.
Certamente alle sue dirette dipendenze erano posti gli insediamenti con le cinte fortificate di Monte Caruso e di Monte Pizzola.
L’importanza dell’impianto si rileva ancora, secondo il Caiazza, dalla grande estensione di tutto l’insediamento (che doveva comprendere anche molte abitazioni civili, a giudicare dal fatto che tutta l’area interessata è disseminata di frammenti di tipica terracotta d’impasto a nucleo scuro, di terracotte tornite e di frammenti di ceramica a vernice nera), nonché dalla complessità delle difese, dalla posizione dominante su tutto il territorio circostante e dalla presenza delle citate piccole cinte che erano evidentemente in stretto rapporto con la costruzione principale.
Tali considerazioni portano il Caiazza ad ipotizzare che nell’insediamento del Monte Santa Croce possa addirittura riconoscersi la citta di Austicula, presa da Fabio Massimo insieme a Trebula e Compulteria (le attuali Treglia ed Alvignano)