Giuseppe Buonomo

Tributo di riconoscenza al Santo di Pietrelcina

Ulteriori informazioni

La stesura dei seguenti versi trova la sua giustificazione in un "fugace" incontro, per me felice e salutare, avuto con San Pio, nel lontano settembre 1949, nella Parrocchia dello Spirito Santo di Piana di Monte Verna, allorchè la Chiesa di Roma, sotto il pontificato di S.S. Pio XII, coi suoi validi Missionari, già poneva mano ad appianare la strada del Signore, in vista dell'incalzante Anno Santo 1950, che schiudeva all'animo cristiano pensieri di pace e di redenzione. Detti versi, nel contempo, sono da ritenere un personale mio tributo di riconoscenza al Santo di Pietrelcina e riflettono perciò una lode in Suo onore. Al lettore è demandato il compito di ritenerne il messaggio, per diffonderne poi il contenuto.
Piana di Monte Verna, addì 19 luglio 2008

 

 

     
  LODE A SAN PIO

Santo! Santo è il Tuo nome,
immenso amore in Esso traspare.
Non sol sei dolce mia compagnia,
ma guida sicura per la salvezza mia.
Sorrisi elargisci e ricevi rispetto,
da tutti, di certo, sarai benedetto!
Pietrelcina appare fiera e solare,
essa, per Te, resterà secolare.
Sempre ravvivi, caro San Pio,
fede e speranza nell'anima mia.
Immagin di Te, in ogni luogo è eretta,
ovunque il fedele a pregarTi s'affretta.
Non sol nella Chiesa sarai prediletto,
sublime, altresì, rimarrai o Eletto!

(Il testo è stato estrapolato dalla raccolta di poesie, dal titolo: "Poesie per te" di Giuseppe Buonomo)
 
     


Le poesie che seguono hanno per obiettivo specifico l'avviamento alla conoscenza di persone, l'approfondimento della realtà ambientale in cui viviamo, l'analisi di attività umane di tempi remoti e presenti. Esse intendono, altresì, migliorare il sapere del lettore, descrivendogli ciò che cade sotto i suoi occhi. Accettale con la mano "benevola".
Giuseppe Buonomo

 

     
IL POSTINO

S'avvia col borsone, dal centro della piazza,
un uomo dal berretto, d'aspetto "galeazza".
Saluta ed a tutti dice, con sguardo "sornione",
arriva dunque a Voi il buon messaggiatore.
La gioia d'un utente ben presto è palesa,
giacchè, da foglio in busta, per lui c'è sorpresa:
"ha vent'Euro in più al mese, di pensione, ben inteso".
Intanto s'allontana il secondo ricevente,
che storie sempre crea, essendo un prepotente:
"per me c'è nuova ammenda, a Voi pare niente?"
"Vi pare cosa giusta colpirmi con tanto gusto?"
Ma il postino nulla contesta,
anzi cammina sempre più lesto.
Lieto percorre vicoli e piazze,
senza aver mai cura di chi ha testa pazza.
  POLIZIA MUNICIPALE

E' arrivata sul viale
la pattuglia municipale.
L'autovelox installa a terra,
ahimè...che gran guerra!
Scatta foto a camionisti,
ferma moto fuori pista.
Con un dito, dritto puntato,
l'Alt intima ad un Ducato.
Mette in fretta il suo caschetto
un fanciullo davver furbetto,
evitanto, poverino,
il sequestro del motorino.
Un centauro, scalpitante,
vien fermato per lunghi istanti.
Dunque, attenti..., in mezzo al viale
c'è Polizia Municipale!
     
     
     




 

Famiglia “ieri”  -  Famiglia “oggi”

Felice era “tata”, che fumava ‘a pippa” a coppa ‘o rinale,
allegra era “mammella”, senza rossetto,
e  cu’ a lunga vunnella;
mangiavano”fasuli”, “cacciateli” e “ventresca”,
insieme, ‘nda uno piatto, i tre figli ‘e ziema Francesca;
grammofoni suonavano, quadriglie si ballavano,
l’onore si badava, la famiglia…s’adorava,
integri s’arrivava alla soglia dell’altare:
amore, gioia e felicità allietavano la casa di papà!!
Furioso, oggi, per niente, vedi ? o pate
astiosa e “pittata” accumpare “ mammeta”;
mangiano tutti “oro pà recchia”;
infelice, però, è ‘a salute: n’è mai parecchia;
giornate intere, dalle coppie, in discoteca son passate,
l’onore e ‘a vergogna spesso… son trascurati;
invidia, ‘nciuci, cattiveria, gelosia
abbondano, credetemi, dinto ‘a famiglia tua
e dinto ‘ a casa mia!!
  IL MIO BARBIERE

Dalle sette del mattino,
è già all’opera Peppino
Lame, pettine ha in mano,
con pennelli e asciugamani.
Tre poltrone prima rassetta,
con bambagia e tanta fretta;
aziona interruttori,
stirilizza due rasoi,
creme mette nei vasetti,
bollettari nei tiretti.
Fanno ingresso nel salone i due validi aiutanti:
son Filippo e Pierino, disinvolti ed esultanti!
Entra pure don Gennaro,
che un “completo” ha da fare;
segue Ciro del Boschetto,
che d’aggiustar ha solo basette;
dà il saluto don Renato,
che in partenza è per il mercato.
Al lavoro, amici cari, suggerisce il principale:
chè grazia, amore e fantasia,
da anni, albergano nell’Esercizio mio!
Lode alla Vergine Immacolata, nel centenario del Suo miracolo, operato nella Chiesa Madre di Piana di Monte Verna, già  Piana di Caiazzo


Maggio 1960

Giovani, pargoli da poco nati
odon di Te parlar, Vergin Beata!
Gloria è di  Dio, Re del Creato,
a ricordar la pace del passato,
rimessa in cuori, rei e sconfortati,
da Te protetti, Donna celestiale,
giacchè presto sentisti lor pregare,
come Madre , che tutto può appagare.
Mentre un’aura d’olezzo divino
rende l’umano spirito genuino,
oggi s’onora, con gran devozione,
quel dì, trascorso con forte emozione!
NATALE  1960


Con splendore d’amore divino,
una stella ha percorso il suo cammino.
L’armonia s’è avuta in un baleno,
come a pioggia segue arcobaleno.
Pur la tristezza, mia compagnia
ha , sentito la dolce nostalgia.
La storia muta, col passar del tempo,
la pace torna a chi sa attenderla.
Solo la gloria, da tutti sognata,
lungi è da noi, gente creata.
A te, Gesù, trionfator nel mondo,
grato sia il mio omaggio giocando!

‘A rota ‘e preta

C’è chi dice che la vita è tanto bella,
basti aver soltanto scarpe nuove ed un ombrello;
c’è chi persegue, da decenni, un obiettivo
e, per esso, impiega tempo, ne parla ed è giulivo;
c’è chi accumula danaro e non lo investe,
dicendo che sia meglio che lo presti.
Spesso c’è sentenza d’un amico:
“caro, le cose stan così,
è ben che te lo dica”.
Soggiunge, a cuor scontento, zio Gennaro:
oggi, tutto va “caro”;
ci vuol coraggio e faccetta,
se vuoi affrontar ‘sta vita maledetta!
Qualcosa… dice pure zia Rosetta,
che mal parla di tutti e… con che strofette
Conclude, con saggezza, ‘ a nonna mia:
O munno è ‘na rota ‘e preta,
si nu’ parla, crepa!

LA SCUOLA

In essa impari l’onestà,
viva trovi la virtù;
robusta e costante divien la generosità,
forte e diffusa la socialità.
Di falsità… in essa, mai sentirai parlar,
tutti, per legge, perseguon il legal.
Ognuno raggiunge, con proprie abilità,
futuri traguardi di tante capacità.
A scuola è andato l’impiegato,
l’ingegnere e l’avvocato,
il sacerdote ed il professore,
il bravo medico, da te, chiamato “dottore”.
Se nella vita, bambino, qualcosa tu vuoi imparar,
frequenta la scuola, che essa ti formerà!
   Come un sogno
   (Acrostico: Giulia, bambina appena nata)


Gioia infinita, oggi, è per noi,
illumini i nostri visi e rallegri i cuori.
Unisci agli affetti, a noi tanto cari,
limpida atmosfera in tutti noi appare.
In tanta, tanta allegria,
annunci un futuro, per te, di poesia!
     
     

Pagina aggiornata il 10/08/2023